Omicidio Willy: difesa Bianchi, la corte si attenga in maniera oggettiva ai fatti
Nel processo di secondo grado la difesa dei fratelli Bianchi accusa: “sulla vicenda l’attenzione è stata parossistica”.
Nel processo di secondo grado per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte la parola passa alla difesa. L’avvocato Ippolita Naso, difensore di Gabriele Bianchi, ha rivolto il suo intervento in aula, ponendo l’accento sull’attenzione mediatica relativa al processo. Secondo la difesa “il processo ai fratelli Bianchi” ha posto l’attenzione sul passato di Gabriele e Marco, condizionando il giudizio di tutti.
“Il nostro ordinamento giuridico – continua l’avvocato – prevede che venga prima il fatto avvenuto, invece del vissuto dell’imputato“. Sono queste le parole dell’avvocato in occasione dell’intervento di apertura del processo di secondo grado sull’omicidio, avvenuto a Colleferro nel settembre 2020, di Willy Monteiro Duarte. La Naso giudica “parossistica” l’attenzione riposta a livello mediatico sui due fratelli, condannati in primo grado all’ergastolo.
“La corte si attenga ai fatti”
“Chiedo che la corte si attenga in maniera oggettiva ai fatti“. Continua così i suo intervento l’avvocato difensore dei Bianchi, la quale contesta anche la richiesta di una “sentenza esemplare” portata avanti dalle parti civili. “La Corte non dovrebbe emanare sentenze esemplari – ha continuato la Naso – ma legittime nel rispetto dei principi garantiti dalla legge”. Poi l’avvocato passa alla vicenda di quel terribile 6 settembre 2020, soffermandosi sul primo calcio “potenzialmente letale” che la sentenza ha attribuito a Gabriele Bianchi.
Nella sentenza, continua nel suo intervento l’avvocato, il colpo sferrato da Bianchi sarebbe stato vietato anche nelle arti marziali e, dunque, “Gabriele Bianchi avrebbe accettato il rischio di uccidere”. Tuttavia, secondo la Naso questo non è vero in quanto nelle arti marziali come l’Mma non sono vietati colpi al petto. Il processo che si sta svolgendo davanti alla corte d’Assise d’Appello di Roma, vede imputati, oltre ai fratelli Bianchi, anche Francesco Belleggia, condannato a 23 e Mario Pincarelli, condannato a 21 anni. La sentenza arriverà il 12 luglio 2023.