Questa mattina iniziano gli esami di maturità con la prima prova scritta d’italiano che è comune a tutti gli indirizzi scolastici.
Al via gli esami di maturità 2023 che stamane vedono impegnati 536.008 studenti divisi tra candidati interni (521.015) ed esterni (14.993). I dati parlano di 27.895 classi e 14.000 commissioni coinvolte.
Terminato il periodo pandemico, gli Esami di Stato sono tornati al modello pre-Covid. Si comincia con la prima prova scritta di italiano, comune a tutti i percorsi di studio, che prevede sette tracce (ambito artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale) suddivise in tre tipologie: due analisi del testo (uno poetico e l’altro di prosa), tre tracce di testo argomentativi e due temi di attualità.
La chiave per l’apertura del plico tematico sarà disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione che la comunicherà alle ore 8,30 in punto. Domani, invece, toccherà alla seconda prova che valuterà le competenze degli studenti sulle discipline caratterizzanti ciascun indirizzo di studio. Infine, sarà la volta del colloquio orale mentre la terza prova riguarderà solo alcune scuole.
Intanto, nella giornata di ieri, ai maturandi sono arrivati gli auguri del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e della premier Giorgia Meloni.
“Dalla crisi sarebbe potuto nascere un nuovo modo di vedere la conclusione dei cinque anni passati alle superiori”. E’ quanto affermano i ragazzi della Rete degli Studenti Medi del Lazio che questa mattina, poco prima dell’ingresso per la prima prova d’italiano, hanno protestato “per denunciare ancora gli effetti di questo sistema d’istruzione sulla salute mentale”.
Da tempo, l’associazione studentesca chiede una formula alternativa per la valutazione finale del percorso scolastico. Rete studenti ritiene, infatti, che l’attuale modello favorisca la competizione a scapito dell’effettiva acquisizione delle conoscenze.
“La didattica frontale, la valutazione numerica, la bocciatura, questa maturità -ha detto Tullia Nargiso della Rete degli Studenti Medi del Lazio- sono un modo antico di vedere l’istruzione. Invece che la costruzione di un percorso di apprendimento delle conoscenze, un’affannosa competizione per arrivare ad avere nella media un decimale in più del compagno di classe. Tutto questo, ovviamente, a discapito della salute mentale. Oggi abbiamo voluto dire che siamo in ansia”.
“Le problematiche legate alla salute mentale sottolineate dalla pandemia -ha continuato Tullia Nargiso- vengono esasperate dal nostro sistema scolastico. Questa maturità, decisa senza interpellare la volontà di studenti e studentesse, va in questa direzione e non possiamo che denunciarne la gravità. Vogliamo che la maturità non sia più un momento in cui spingere al limite studenti e studentesse. Vogliamo che non sia una valutazione numerica a definire un percorso di cinque anni”.