Dal 26 giugno parte il tour dei Teatri di Pietra che porterà lo spettacolo dal vivo nei siti archeologici e nei musei.
Prende il via a Roma la nuova edizione del progetto Teatri di Pietra che metterà in scena 130 spettacoli, inediti e rigorosamente dal vivo, in 23 diversi siti archeologici e monumentali. Rappresentazioni di danza, musica, teatro e scritture drammaturgiche pensate per esplorare il presente attraverso opere classiche e contemporanee.
La prima tappa sarà la Villa di Livia (26-29 giugno), a seguire il sito di Malborghetto (6-13 luglio) e l’anfiteatro di Sutri (8 luglio-5 agosto). In contemporanea, ci saranno rappresentazioni in Sicilia (Solunto, Himera, l’Acropoli di Selinunte) e in Toscana (teatro romano di Volterra). Infine, il tour si sposterà in Campania e Basilicata dove chiuderà la stagione estiva.
Tra le opere in palinsesto: Eurydice, Guerriere in nome di…, L’aquila e l’alabastro, Mare Nostrum, Clitemnestra – il processo, Prog Simphony, Ulisse racconta Ulisse, Il filo d’oro e tante altre. Il programma include anche lo spettacolo Gaius Plinius Secundus – L’ultimo viaggio di Plinio il Vecchio (12 luglio a Malborghetto) per celebrare i duemila anni dalla nascita dell’autore romano che trovò la morte nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Il progetto Teatri di Pietra è stato realizzato in collaborazione con la Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma diretta da Daniela Porro che ha consentito l’allestimento degli eventi nelle cornici della Villa di Livia e dell’Arco di Malborghetto, entrambi diretti da Angelina De Laurenzi.
Come annunciato dal Maestro Aurelio Gatti, direttore della rete dei Teatri di Pietra, quest’anno il progetto si estenderà anche ai musei. Infatti, lo scorso 6 giugno, dal Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, è partito il Memorycell#Dancemuseum che prevede performance e workshop coreografici dedicati alle collezioni ospitate nei siti storici coinvolti.
“Anche l’oggetto, opera d’arte/collezione -ha spiegato il Maestro Gatti- diventa la scintilla per intraprendere una relazione inedita con se stessi e con gli altri. Per concludere, attraverso la danza, il rapporto con l’esposizione si trasforma da un’estetica dell’oggetto a un’estetica dell’esperienza”. In ogni sala del museo, i danzatori realizzeranno un’interazione tra il loro corpo e i manufatti esposti creando una relazione vitale tra la persona e l’oggetto.
Dopo Volterra, il Memorycell#Dancemuseum approderà al Museo Pepoli di Trapani e a Palazzo Doebbing di Sutri.