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La Festa della Repubblica diventa il festival delle polemiche: duro scontro a mezzo social

2 Giugno, Festa della Repubblica 2023. polemiche
Festa della Repubblica, 2 Giugno 2023, Cronacalive.it

Roma, 2 giugno 2023. La parata per la Festa della Repubblica è teatro di polemiche e scontro politico.

Un fatto è un fatto: i militari sfilano nel corso della parata per festeggiare il 77° anniversario della Repubblica Italiana e salutano le autorità. In particolare, il Gruppo Operativi Incursori (GOI) della Marina saluta, con piglio militare – e questo sono, piaccia o no – il palco d’onore, intonando il peana “Decima“.

Il Capo dello Stato, granitico ed impassibile, assiste al tributo senza tradire emozione alcuna. Il suo “vice“, Ignazio La Russa – il Presidente del Senato è la seconda carica dello Stato – sorride benevolo e agita la mano in segno di vittoria.

La polemica è in agguato e non si fa attendere.

Polemica su Instagram per la Festa della Repubblica: saluto romano e inno alla X Mas

2 giugno 2023, festa della repubblica polemiche
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il presidente della Repubblica, Sergio Martarella in un momento della parata. Cronacalive.it

Con un post su Instagram, la scrittrice Michela Murgia immortala il quadro e lancia l’allarme: il saluto tributato è quello romano e l’urlo “Decima” è un nostalgico riferimento alla X Mas.

Tutto già visto, in verità, con lo slogan “Memento audere semper” esibito sulla t-shirt da Enrico Montesano, un’idea balzana che gli è costata l’esclusione dai programmi Rai.

Questa volta, però, la soluzione non è così semplice. Nessuna delle autorità presenti può essere licenziata su due piedi: né il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, né gli altri rappresentanti delle Istituzioni. Quindi, bisogna tenersi le inevitabile polemiche che, infatti, non tardeanno ad arrivare e che stanno animando i social.

Murgia enfatizza la questione, sottolineando la presunta deriva alla quale, ritiene, si stia assistendo senza opporre resistenza alcuna, quasi anestetizzati.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, per contro, fa notare che i saluti militari – in particolare quelli rivolti alle autorità e che si esprimono con un “attenti a sinist” – possano forse essere equivocati, ma solo da chi non abbia conoscenza dei protocolli e dei cerimoniali militari.

E, fin qui, è un botta e risposta tra soggetti con punti di vista diametralmente opposti.

Fonti militari, invece, precisano e confermano che quel braccio alzato in un tributo marziale immortalato da Murgia altro non sia, appunto, che un movimento regolarmente eseguito per concludersi nel saluto “attenti a sinist” e che l’urlo “Decima” sia proprio il motto del GOI, riferito a quella sezione Decima della Regia Marina, operativa fino al 1943,  che è stata l’embrione del Gruppo Incursori così come lo conosciamo oggi.

Agli osservatori più attenti, però non sarà sfuggito come i medesimi episodi – oggi protagonisti di polemiche roventi – si siano verificati anche negli anni passati, senza suscitare reazioni. Uguale il saluto, uguale il grido al cospetto della tribuna delle Autorità.

Allora perché mai discuterne proprio adesso, in questo 2023? La risposta in una battuta rubata ad Humphrey Bogart e che si può declinare così: “E’ la democrazia, bellezza…”